Guida all’antichissima
Chiesa di S. Donato

La chiesa e il monastero di San Donato appartengono alle architetture religiose più antiche del territorio bassanese. Molto articolata e complessa risulta la storia di questa chiesa che si svolge in circa otto secoli. Infatti la sua erezione viene aitlibuita a Ezzelino nel 1208, ma il suo primo ricordo risale al 1157 ed è legato, come quello della vicina chiesetta di San Biagio, ai benedettini di Valle San Floriano: così sottolinea l’architetto Rosa Distefano della Soprintendenza di Verona, nelle note storiche diffuse in occasione della Settimana della Cultura promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’anno 2000. Lo straordinario susseguirsi di presenze, dai Frati Minori alle Agostiniane e ancora ai Frati Minori e poi dalla Schola del Santissimo Nome di Gesù alla Fraglia della Madonna del Carmine, rende l’indagine storica di questo luogo particolarmente difficile e i segni lasciati nel tempo dalle architetture e dalle sovrapposizioni decorative di complessa lettura e interpretazione. Solo l’avvio di una serie di approfonditi studi e ricerche sistematiche potrà in futuro aiutare la riscoperta dei tanti segreti celati in queste antiche mura.
Ezzelino II (detto il Monaco) il 5 luglio del 1223, presso la chiesa di San Donato di Angarano in capo al ponte di Bassano (come viene spesso descritta negli antichi testi) procedette alla divisione dei suoi possedimenti tra i figli Ezzelino e Alberico prima di ritirarsi nel monastero di Oliero.
Nel mese di ottobre del 1227 il papa Gregorio IX emanò due Bolle Pontificie con le quali dichiarava di ricevere sotto la sua protezione immediata e diretta la chiesa di San Donato di Angarano e di tutelare i Frati Minori di San Donato.

Momento importante, secondo alcune fonti, è quello del passaggio di San Francesco e della residenza temporanea di Antonio da Lisbona (Sant’ Antonio di Padova). Questi avrebbero dimorato nella Sacra Cella (la cella del Fornetto) situata nel convento in adiacenza della chiesa. Ora la Cella è raggiungibile al primo piano, tramite l’oratorio ricavato nel corso dei lavori di ristrutturazione effettuati dall’Associazione Universale Antoniana, agli inizi del secolo scorso.
Nel 1325 i Frati Minori lasciano San Donato e si trasferiscono nel nuovo convento di Bassano annesso alla chiesa di San Francesco (prima dedicata a Maria) ed eretta, secondo la tradizione, da Ezzelino fuori delle mura. Nel periodo della Repubblica Veneta la chiesa di “San Donà de Angaran” vide il succedersi di varie presenze e il ritorno dei Minori che vi rimasero fino 1670, anno in cui venne soppresso anche il piccolo convento, al pari di molti altri soggetti alla Repubblica la quale aveva ottenuto dal papa Clemente X di poter vendere le strutture conventuali minori per ricavarne mezzi economici per le proprie casse impoverite dalle guerre di Candia e del Peloponneso. Più tardi la proprietà passò anche a vari privati sino alla fine del 1901, quando fu acquistata dal sacerdote Antonio Locatelli che la cedette all’Associazione Universale Antoniana. Attualmente la proprietà della chiesa risulta tra i beni della diocesi di Vicenza ed èaffidata alle cure della Parrocchia della Santissima Trinità.

LEGENDA

A) Presbiterio
Nel soffitto: Resurrezione di Cristo, affresco del sec. XVII
1 F. Bassano il Vecchio, Madonna col Bambino in trono tra San Donato e San Michele
2 F. Cignaroli, Cena in Emmaus
B) Navata
C ) Altare della Madonna del Carmelo
3 Scultore quattrocentesco, San Donato
4 Simboli della Passione di Cristo, affresco del sec. XVI
D) Altare di San Giuseppe

Nel fastigio: Natività di Maria, olio su pietra, sec. XVIII

5 Scultore cinquecentesco, San Francesco
6 N. Bordignon, Sant’Antonio di Padova (affiesco)
E) Sacrestia
7 Pittore cinquecentesco, San Benedetto
8 F. Bassano (attr.), Sant’Antonio abate tra Sant’Antonio di Padova e San Biagio
9 Pittore cinquecentesco, San Francesco
10 Pittore seicentesco, Cristo in croce tra la Madonna e San Giovanni

F)  Cappella di Sant’Antonio di Padova

Nel soffitto: N. Bordignon, Sant’Antonio in gloria (affresco)

11 N. Bordignon, Sant’Antonio di Padova incontra Ezzelino (affresco)
G) Cella di Sant’Antonio di Padova
12 N. Bordignon, Incontro di Sant’Antonio di Padova e San Francesco (affresco)
H) Portico

Sotto il portico: Statua di Sant’Antonio di Padova

Pianta elaborata dallo Studio Bertacco & Xausa – Architetti Associati

Il luogo e l’architettura
Certo oggi risulta difficile immaginare, con fedeltà, il luogo circostante la chiesa ed il monastero di San Donato. L’urbanizzazione recente ha alterato in modo pesante e irreversibile l’intorno della chiesa; basti pensare alla recente apertura di via San Donato che di fatto ha cancellato la lettura del sagrato, chiuso con un alto muro all’altezza del lato sud della chiesa e quindi raggiungibile solo da via Angarano; e alla presenza dell’area cimiteriale a ovest riscoperta recentemente, proprio nell’area antistante, durante i lavori di costruzione di alcune autorimesse.
Il volume architettonico della chiesa risulta molto netto e la pianta interna a forma rettangolare fa pensare all’impianto originario, fatto salvo per l’avancorpo antistante l’ingresso.

La copertura con struttura lignea a capanna è costituita da quattro capriate di buona fattura e robusti travicelli con soffitto in tavelle di cotto a decorazione geometrica bicromatica. Le modificazioni introdotte nel presbiterio, evidenziate anche nei recenti interventi, confermano l’avanzamento dell’altare maggiore e la creazione di un corridoio di servizio tra questo e la sacrestia. Le decorazioni della navata evidenziano le sovrapposizioni stratigrafiche storiche e la carente manutenzione effettuata nel tempo, tuttavia mantengono una loro preziosità e con adeguati interventi di restauro potrebbero arricchire ulteriormente questo antico luogo sacro.

La parete di destra è scandita da cinque partiture delimitate da sei grandi colonne con capitelli e travi finemente disegnati. Le partiture laterali e quella centrale riportano tracce di affreschi di difficile lettura. Solo quella centrale presenta un chiaro segno di fregio a fauna di croce che può richiamare la presenza di un altare. Le altre due partiture delimitano lo spazio riservato alle due finestre.

La parete di sinistra è suddivisa in tre partiture con tracce di affresco più leggibili e in qualche caso con una buona lettura delle tracce di delimitazione dei campi (sinopie). Nella campitura centrale la zona alta presenta una leggera traccia di un crocefisso, mentre in basso vi è la nicchia con la statua di San Donato. Il volume restante, un tempo riservato al convento, si può distinguere in due parti. La prima parte adiacente sul lato nord ed est risulta in buono stato e conserva inalterata la situazione dell’inizio Novecento, quando avvenne la realizzazione dell’oratorio al primo piano con la riproposizione della Sacra Cella. Al piano terra verso est la sacrestia conserva un sapore originale con il soffitto ligneo decorato e la presenza di pregevoli arredi.
La seconda parte più a nord risulta pesantemente manomessa per la trasformazione in residenza del Vice Rettore. Solo il piano terreno e la porzione di interrato, oltre alla presenza dei soffitti a vela (oggi imbiancati) potrebbero nascondere ancora elle memorie di vecchie membrature e di superfici affrescate, corate o con segni e memorie di tempi remoti.

Le opere d’arte

Numerose sono le presenze di opere d’arte: dalle tele ai frammenti affreschi, dagli altari alle sculture e alle decorazioni.

Di particolare rilievo sono la pala dell’altare maggiore raffigurante la Madonna in trono tra San Donato e San Michele Arcangelo 1529 di Francesco dal Ponte il Vecchio;
Una tela sulle scale che Alano all’oratorio con Sant’Antonio Abate tra Sant’Antonio di Padova e San Biagio attribuita allo stesso Francesco il Vecchio;
la Statua policroma di San Donato di fattura nordica del XV sec.; altri dipinti, come la Cena in Emmaus (1768) di Felice Cignaroli i più recenti di Noè Bordignon.

Anche gli altari laterali risultano buona fattura e presentano qualche momento di particolare interesse come la piccola Natività di Maria (olio su pietra) nel vestigio dell’altare di destra.
I lavori di restauro da qualche anno sono stati avviati dei primi interventi di risanamento e restauro. Le operazioni, con l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Verona, hanno preso avvio da una fase ripulitura e di salvaguardia delle tracce decorative presenti. i particolare sono state trattate le intere superfici delle pareti dell’aula mediante pulitura per aspirazione e asportazione dei dirimenti più resistenti con mollica di pane e, là dove necessario, con impacchi di polpa di legno in soluzione di carbonato ammonio; sono stati effettuati pure interventi di adesione intonaci e di ripristino di fessure e cavilli.

Negli altari laterali sono stati effettuati primi interventi manutentivi e di restauro, in particolare negli elementi molto degradati, come i capitelli e i putti, sono state inoltre effettuate operazioni di scialbatura degli strati di calce estranea.

Un intervento particolare si è reso necessario nel soffitto del presbiterio, molto degradato con fessure e cavilli sulle vele di recente esecuzione. Durante questo intervento, di concerto con la Soprintendenza e previa indagine conoscitiva, si sono portate a vista le vecchie volte a vela con il recupero delle tracce pittoriche residue. Tutte le operazioni sono state eseguite dal professor Enio Verenini e dai suoi qualificati collaboratori.
A operazioni ultimate sul soffitto del presbiterio è riapparsa la traccia residua di un affresco che ha come soggetto la Resurrezione di Cristo con la grande figura centrale del Salvatore e angeli festanti ai lati, oltre a gruppi di putti sostenuti da un nembo e ancora in alto un gruppo di “anime”. Tale rappresentazione, presumibilmente del Seicento, ha subìto un notevole degrado, a causa dei vari interventi succedutisi nei secoli, ed ora pur presentandosi con incerta leggibilità, riporta la memoria di momenti particolarmente significativi della chiesa.

Restauro statua S. Donato

Restauro statua S. Antonio

La chiesa e il monastero di san Donato appartengono alle architetture religiose più antiche del territorio bassanese della destra Brenta.
Nell’arco di 800 anni hanno accolto monaci, monache, congregazioni religiose, preti e tantissimi pellegrini.
Un’antica iscrizione riporta l’incontro in questo luogo di Sant’Antonio da Padova e San Francesco di Assisi. Ancora oggi è visitabile la celletta dove pregava Sant’Antonio.
Per molti anni il sito è stato quasi abbandonato. Da quando è passato alla diocesi di Vicenza si è portato avanti un percorso di recupero. Si è iniziato con il restauro della facciata e poi a piccoli passi si sono avviate manutenzioni necessarie di prestigiose opere d’arte. L’ultima in ordine di tempo è stata la statua di Sant’Antonio da Padova situata nella loggetta esterna. Acqua, colombi, inquinamento del tempo l’avevano resa sudicia e trasandata. Con il generoso contributo del Consiglio di quartiere Angarano è stato possibile eseguirne la manutenzione straordinaria. Quest’opera di Sant’Antonio è infatti unica nel suo genere perché il Santo non tiene in braccio il Bambino ma ha tra le mani un libro dove, ancora oggi, si legge la preghiera “I Sequeri” a lui attribuita. A ricordo della manutenzione è stata posizionata una targa con il testo della preghiera e con il grazie alla parrocchia di SS. Trinità e al Consiglio di quartiere Angarano.

Nei tempi andati la statua era accanto a quella di San Francesco che ora si trova ai piedi della gradinata che porta alla celletta di Sant’Antonio.

Restauro della statua di S. Antonio realizzato dalla Parrocchia della SS. Trinità di Bassano con il sostegno del Consiglio di quartiere Angarano 2018: Inaugurata il 13 Ottobre 2018

nuova illuminazione a LED

Restauro Statua S. Francesco

La statua di San Francesco  si trova ai piedi della gradinata che porta alla celletta di Sant’Antonio. E’ un San Francesco dolcissimo che porta le stimmate nel suo fragile corpo, pregevole di materiali e di fattura, ma che necessita di manutenzione per riportarlo alla sua originale bellezza.

Si è dato avvio ai lavori , ma si attendono contributi da privati ed Enti. “Con il poco di tutti si può fare molto”.

preghiera a S. Antonio

i Sequeri

I SEQUERI sono la preghiera di lode in onore di Sant’Antonio presente sul libro della statua restaurata, fu composta da fra Giuliano da Spira.
Il suo nome deriva dalla storpiatura del latino: “si quaeris miracula”, parole iniziali del responsorio al Santo, invocato per trovare un oggetto smarrito. La tradizione vuole che per essere efficace tale preghiera va recitata diverse volte di seguito.

Se cerchi i miracoli,
ecco messi in fuga
la morte, l’errore,
le calamità e il demonio;
ecco gli ammalati divenir sani.

Il mare si calma,

le catene si spezzano;

i giovani e i vecchi

chiedono e ritrovano 

la sanità e le cose perdute.

S’allontanano i pericoli,
scompaiono le necessità:
lo racconti
chi ha sperimentato la protezione
del Santo di Padova.

Il mare si calma,

le catene si spezzano;

i giovani e i vecchi 

chiedono e ritrovano 

la sanità e le cose perdute.

Gloria al Padre,
al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio
e ora e sempre,
nei secoli dei secoli.Amen.

Il mare si calma, 

le catene si spezzano;

i giovani e i vecchi 

chiedono e ritrovano 

la sanità e le cose perdute.

CRONOLOGIA

1208 – Ezzelino II da Onara (detto il Monaco) in una delle sue “possessioni” fa erigere la chiesetta di S. Donato
1221, aprile – Secondo una tradizione abbastanza probabile San Francesco è ospite nella chiesetta di S. Donato e l’anno dopo Ezzelino II si ritira a vita monastica
1223, 5 luglio – Ezzelino II fa testamento e distribuisce tra i figli tutti i beni da lui posseduti tra Vicenza e Treviso
1224 – Alberico a cui spetta per testamento la chiesetta, fa venire i Frati Minori Francescani, introdottisi nella Marca Trevigiana e anche nei territori del Vicentino
1226, 4 ottobre – Transito del Patriarca Serafico San Francesco presso la chiesa di S. Donato
1227, ottobre – 2 Bolle Pontificie – Atti Pontifici solenni in difesa e protezione della chiesetta dagli eretici vicentini
1228 – Solenne canonizzazione della chiesetta, dopo due anni dal passaggio del Patriarca Serafico
1325 – I Frati Minori cambiano sede e si trasferiscono alla chiesa di S. Francesco di Bassano
1327 – Un gruppo di religiose Agostiniane si stabilisce nella chiesetta di S. Donato
1337 – Il gruppo di religiose Agostiniane si trasferisce nella chiesa di S. Giovanni di Bassano
1400 – I Frati Minori rimangono per un numero imprecisato di anni nella chiesa di S. Donato
1406 – Restauro della chiesa a cura di padre Lodovico Rizzi di Vicenza
1439-1494 – La chiesetta viene restaurata su esortazione di Bernardino da Feltre
1497 – Istituzione di una Fraglia (Schola) del SS. Nome di Gesù
1560 – Il convento è abitato da un solo padre guardiano a cui verso la fine del ‘600 si aggiungono altri quattro padri
1633 – Visita di un nobile vicentino che chiede dove aveva riposato San Francesco
1642 – Viene istituita un’altra Fraglia, quella della Madonna del Carmine
1660 – I Frati abbandonano il convento, che insieme alla chiesa viene venduto al miglior offerente
1670-1676 – Soppressione del piccolo convento di S. Donato da parte del papa Clemente X e il controllo della chiesetta passa nelle mani della famiglia bassanese Dolzan
1787 – Cessione della proprietà da parte dei Dolzan al canonico Fava Antonio fu Federico
1817 – La proprietà passa ad un altro sacerdote di nome Rebesco e quindi al confratello don Rossi
1839 – La proprietà passa a mons. Giacomo Merlo
1864 – Muore mons. G. Merlo e la chiesetta passa sotto la tutela dell’ Arciprete di Angarano ed affidata ad un Vice-Rettore sotto il controllo amministrativo della Parrocchia della SS. Trinità
1877 – Rifacimento dell’altare maggiore con pietra di Pove con spese sostenute dai fedeli del Borgo
1898 – Lavori di restauro: rifacimento del pavimento, della balaustra e tinteggiatura della chiesetta sotto la guida del fabbriciere Giuseppe Bonaguro
1901 – Don Antonio Locatelli acquista la chiesetta dalla famiglia Chemin e avvia i lavori di riattivazione dell’oratorio e del conventino con ripristino della Sacra Cella dei due Santi e da lui stesso viene data all'”Associazione Universale Antoniana”
1909 – Dopo il grande intervento di ristrutturazione effettuato dall’Associazione Universale Antoniana sotto la direzione dell’ing. Giuseppe Intri, il 29 settembre 1909 viene inaugurato il nuovo complesso e dato modo ai visitatori di accedere alla Sacra Cella
1950 – Lavori di restauro della chiesetta da parte di volontari del Borgo Angarano e del Gruppo Alpini “Monte Grappa”
1967, 17 giugno – Associazione Universale Antoniana cede in dono al Vescovo di Vicenza il complesso di S. Donato
1997 – Inzio di un programma di interventi di riordino e restauro del complesso da parte della Parrocchia della SS. Trinità anche con il con-tributo di parrocchiani e fedeli (i lavori sono diretti dall’ arch. Bruno Bertacco in stretta collaborazione con l’ arch. Rosa Distefano della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Verona).
2017 restauro statua S. Donato
2018 – restauro statua S. Antonio e scoperte :Nuova illuminazione a LED
2019 restauro statua S. Francesco

Per approfondimenti storici e documenti
vedi la Storia di S. Donato

Bibliografia

F. CHIUPPANI, Origini delle chiese di Bassano, ms. sec. XVIII, Biblioteca Civica di Bassano; G.B. VERCI, Storia degli Ecelini, Bassano 1774; G.B. VERCI, Codice diplomatico Eceliniano, Bassano 1774; G. MACCA, Storie del territorio vicentino, Storia di Angarano, Torno II, Caldogno 1812; 0. BRENTARI, Storia di Bassano, Bassano 1884; Storia e descrizione architettonica-artistica della chiesetta di S. Donato, Padova ed. Universale Antoniana 1909; G. MANTESE, Bassano nella storia. La religiosità, Vicenza 1980; AA.VV., Storia di Bassano, Bassano 1980; R. BORIN, Ricerche storiche sulla comunità di SS. Trinità di Angarano, Bassano 1981; B. BROGLIATO, 750 anni di presenza dei francescani nel Vicentino, Vicenza 1982; G. FASOLI (a cura di), Atlante storico delle città italiane. Veneto. Bassano del Grappa, Bologna, 1982.